Linee guida ufficiali poi modificate per l'uso dei farmaci biologici
Come molti malati di Crohn o rettocolite ulcerosa sanno le linee guida ufficiali stabiliscono che i farmaci biologici vengano utilizzati solo in casi di malattia da moderata a severa e refrattari alle terapie convenzionali.
In realtà
queste linee guida non vengono seguite in quanto spesso il farmaco biologico viene proposto, a volte anche con una certa insistenza, sia in caso di fase acuta dopo l'inefficacia risontrata dei farmaci tradizionali, sia dopo una operazione per mantenere la remissione ed in quasi ogni possibile altra condizione in cui un malato di morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa possa trovarsi.
Il modo in cui le originali linee guida sono state cambiate è spiegato molto bene nel sito di
A.M.I.C.I. Onlus in cui si precisa che essendo i farmaci biologici considerati i più efficaci andrebbero usati fin dall'inizio della malattia per evitare il progredire della malattia. Questa perlomeno è la spiegazione ufficiale.
Secondo gli studi ufficiali con Infliximab a distanza di quattro settimane dall'inizio di un trattamento con 5 mg/kg di infliximab, un cambiamento favorevole clinico (riduzione del CDAI di 70 o più punti) era visibile nell'81% dei pazienti ed una remissione clinica nel 48% dei malati, rispetto al 17% e 4% dei malati trattati con placebo. E' del tutto possibile che vi siano miglioramenti iniziali ma si tratta di risultati a tempo limitato.
In altre parole miglioramenti iniziali - e non in tutti i casi - che dureranno solo alcuni mesi o alcuni anni per i più fortunati, quando successivamente si presenteranno effetti collaterali a volte anche gravi ed importanti non sembra essere una risposta adeguata a queste malattie.
Il fatto che ogni anno vengano sperimentati e poi prodotti nuovi biologici non modifica il quadro entro il quale si muove la medicina ufficiale con tutte le sue limitazioni. Si tratta sempre di interferire con il normale funzionamento del nostro sistema immunitario con inevitabili effetti collaterali senza nel contempo interessarsi alle vere e reali cause che stanno a monte della cascata infiammatoria nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Pur non essendo questo l'argomento di questo articolo vogliamo sottolinerare che esistono
cause ben precise che possono essere indirizzate e risolte sia per il Crohn che per la colite ulcerosa.
Nell'esperienza pratica di chi scrive il totale dei casi di induzione e mantenimento della remissione clinica grazie ai biologici a lungo termine (diversi anni) senza effetti collaterali costituisce una piccola parte dei casi totali trattati con tali farmaci ed anche questi casi sono destinati a passare prima o poi ad un altro biologico o altro farmaco a causa degli effetti collaterali o per la perdita di efficacia, con tutti i rischi che ne conseguono.
Un vantaggio effettivo nell'uso dei farmaci biologici da considerare
Nonostante ciò bisogna riconosce un vantaggio nell'uso dei farmaci biologici (qui ci si riferisce solo agli anti-TNF-alfa) che in alcuni casi risulta utile; si tratta della capacità del biologico di risanare e chiudere le fistole, anche se la percentuale ufficiale di tali casi di chiusura e risoluzione delle fistole è del 55%. Quindi il suo utilizzo va molto ben ponderato.
Nel caso in cui vi sia ad esempio un Crohn fistolizzante in cui l'utilizzo del farmaco biologico rappresenti effettivamente la scelta migliore, è possibile
limitarne gli effetti collaterali tramite i protocolli naturopatici (nell'articolo appena "linkato" si consiglia di passare direttamente alla sezione riguardante i farmaci) e sempre grazie agli stessi protocolli è possibile potenziare l'azione cicatrizzante per la chiusura delle fistole come specificato
qui.
Si riportano anche casi in cui grazie a questi farmaci ulcere riscontrate a livello endoscopico si sono poi trasformate in "esiti cicatriziali" in successive colonscopie. Quindi una domande importante può essere:
Per quanto tempo è possibile assumere un farmaco biologico?
Difficilmente l'utilizzo di un farmaco biologico da parte di un malato di MICI supera i 2-3 anni per uno o più dei seguenti motivi:
1) Il
farmaco smette di avere efficacia, in tal caso la prassi è di passare ad un altro farmaco biologico.
2) Il sistema immunitario del malato sviluppa
anticorpi contro il farmaco il cui funzionamento viene quindi compromesso, in questo caso si passa ad un biologico che contrasti altri tipi diversi di citochine infiammatorie rispetto al precedente biologico.
3) Il malato manifesta
effetti collaterali a causa del farmaco come ad esempio infezioni o tumori della pelle.
Effetti collaterali dei farmaci biologici anti TNF
Considerato lo stesso meccanismo d'azione, tutti i farmaci anti-TNF-α hanno simili effetti collaterali quindi anche Humira (Adalimumab) e Golimumab:
- reazioni di sensibilizzazione o persino allergiche dopo le infusioni che includono:
eritemi, edemi, mal di testa, prurito, febbre, comparsa di lividi
- Astenia, cefalea e nausea sono gli effetti più leggeri
- Rischio di infezioni, inclusa la tubercolosi e soprattutto delle vie respiratorie ma non solo; anche alle vie urinarie, riattivazione di epatite B ed infezioni opportunistiche come quelle fungine e parassitarie.
- reazioni allergiche e di tipo autoimmunitario,
- insufficienza cardiaca,
- Peggioramento di disturbi e patologie demielinizzanti del sistema nervoso centrale
- Possibilità di malattie linfoproliferative come i linfomi e neoplasie in particolare della pelle come i tumori cutaneni non melanomici come il tumore cutaneo spinocellulare o il baselioma.
- Eruzioni cutanee tipo orticaria, psoriasi
Sotto i 40 anni vi è un rischio maggiore di sviluppare un raro linfoma epato-splenico molto aggressivo.
Molti pazienti in cura con questi farmaci vengono regolarmente controllati a livello dermatologico per cogliere i primi segnali di un'eventuali displasia o neoplasia.
Più nello specifico per l'Infliximab possiamo osservare qui la tabella riassuntiva pubblicata nella
scheda tecnica del farmaco a pagina 5 che si trova sul sito del Ministero della Sanita.
Un aspetto estivo poco simpatico ma non pregiudiziale è la necessità per chi è sotto terapia anti TNF-alfa di evitare esposizioni al sole per limitare il rischio di tumori della pelle.
A causa della riduzione nell'organismo di TNF-alfa ad opera dei farmaci biologici aumenta la suscettibilità alle malattie autoimmuni, in particolare nei soggetti già predisposti geneticamente. Per questo motivo laddove vi sia positività di anticorpi anti DNA o anti nucleo l'utilizzo di questi farmaci è sconsigliato. Se tali esami si positivizzano durante un trattamento con un biologico questo va interrotto.
Infezioni importanti
A causa dell'effetto di destabilizzazione del sistema immunitario ad opera di questi farmaci biologici, il malato è più incline ad infezioni.
Ciò vale per tutte le categorie dei biologici:
anti TNF-alfa, anti JAK, anti integrine, anti-interleuchine ecc.
Quando ne insorge una durante l'assunzione di un biologico, la continuata assunzione del farmaco renderebbe la stessa infezione ancora più grave e pericolosa, motivo per cui i protocolli prevedono l'immediata sospensione nel caso di infezioni.
Per lo stesso motivo prima di iniziare la terapia biologica viene fatto fare uno screening completo per accertare l'assenza di infezioni; epatiti, tubercolosi ecc.
Le infezioni posso svilupparsi nelle seguenti aree:
- Apparato gastroenterico , in particolare da clostridium difficile e da citomegalovirus ma anche infezioni opportunistiche da batteri, funghi, parassiti. Questo aspetto ha una certa rilevanza in quanto può spiegare eventuali ricadute della malattia durante il trattamento biologico
- Apparato respiratorio
- Apparato urinario
- Cervello (meningiti) e fegato (epatiti)
Meccanismo di immunosoppressione
Va inoltre sottolineato un meccanismo importante per cui vi sarebbero effetti collaterali a livello di immunosoppressione; ufficialmente questi derivano dall'interferenza con il TNF-alfa bloccandone o riducendone il funzionamento, in realtà c'è il un motivo ben più rilevante che sarebbe l'azione di distruzione dei linfociti da parte di questi farmaci (vedi il
video al minuto 1:50).
Questa è la componente della immuno-soppressione che danneggia maggiormente il sistema immunitario.
Quindi anche nei casi in cui un farmaco biologico risulti efficace bisogna essere consapevoli dei rischi e che si tratta comunque di una soluzione alla malattia temporanea destinata a non durare poichè prima o poi - entro in media due anni - il biologico o smetterà di funzionare o creerà effetti avversi o indesiderati.
Effetti collaterali Vedolizumab
Gli effetti collaterali più frequenti sono:
- rinofaringite,
- mal di testa,
- dolori articolari,
- nausea e
- stanchezza.
Negli studi di 52 settimane per la valutazione della sicurezza gli effetti gravi avversi si sono verificati nel 19% dei pazienti.
Come per gli anti-TNF alfa
aumentano le probabilità di incorrere in infezioni anche gravi come: tubercolosi, sepsi da salmonella, colite da citomegalovirus, meningite da listeria, leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML, un'infezione rara del cervello che di solito porta a invalidità grave o decesso) e sepsi (talora fatale). Il sito dell'
AIFA riporta anche tossicità epatica.
In base al
foglietto illustrativo tra le reazioni avverse comuni che interessano fino ad 1 caso su 10 troviamo:
- Influenza gastrointestinale
- Infezione anale
- Ragadi anali
- Stomaco gonfio
- Gas Intestinali
- Bruciore di stomaco
- Sanguinamento del retto
Vi sono altre reazioni avverse comuni, queste sono le reazioni che abbiamo voluto sottolineare in quanto coinvolgono direttamente il tratto gastroenterico che il farmaco dovrebbe curare.
Effetti collaterali Ustekinumab
Osservando il foglietto illustrativo questo farmaco ha effetti collaterali meno gravi e meno frequenti rispetto ai precedenti. Come per gli altri biologici trattandosi di un farmaco che inibisce il sistema immunitario, aumentano le probabilità di contrarrre infezioni anche gravi come la meningite. Tra gli effetti indesiderati comuni troviamo diarrea nausea e vomito.
Effetti collaterali dei farmaci inibitori delle janus chinasi come Tofacitinib Upadacitinib e Filgotinib
Come già scritto questi farmaci interferendo con diverse citochine (messaggeri del sistema immunitario) rappresentano un rischio superiore a livello della salute del paziente, ad esempio secondo
l'AIFA i risultati di uno studio dimostrano che pazienti in cura con Tofacitinib ed a rischio cardiovascolare avevano maggiori probabilità di incorrere in un grave evento cardiovascolare (come infarto, ictus o morte) rispetto a pazienti in cura con inibitori degli anti-TNF-alfa. Avevano inoltre un
rischio maggiore di sviluppare tumore ed un rischio maggiore di morte per ogni altra causa.
A conferma di quanto scritto il
foglio illustrativo di Rinvoq (Upadacitinib) tra gli effetti collaterali comuni - che possono interessare fino ad una persona su 10 - il cancro della pelle è al primo posto.
Come evitare le condizioni in cui i farmaci biologici
diventano o continuano ad essere indispensabili
Molti dei malati di MICI si rivolgono al nostro studio con lo scopo preciso di trovare un'alternativa a questi farmaci per evitarne le reazioni avverse.
Tali protocolli rappresentano la migliore alternativa ad oggi disponibile all'utilizzo di farmaci che posso dare benefici ma anche arrecare danni importanti che oggi possono essere evitati in una elevata percentuale di casi.
Vi possono essere due situazioni diverse che negli anni abbiamo gestito di frequente:
1) Il malato non sta al momento assumento il farmaco biologico ma gli è stato prospettato o intimato dal gastroenterologo che lo segue di iniziare le infusioni.
2) Il malato sta assumento il farmaco biologico ma è alla ricerca di un'alternativa per non essere dipendente da un trattamento che può provocare importanti effetti collaterali.
Il primo caso è più semplice da gestire in quanto di solito quello che succede è che il malato inizia i trattamenti naturopatici per una malattia infiammatoria cronica intestinale, ottiene buoni risultati ed a questo punto diminuisce o si annulla la necessità di utilizzare questi farmaci.