28 Marzo 2024

METODO SCIENTIFICO - LE CAUSE DELLE MICI - I PROTOCOLLI NATUROPATICI

Come meglio dettagliato in questo articolo, la medicina ufficiale non ottiene risultati soddisfacenti nella cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali a causa di alcuni errori che verranno qui brevemente menzionati:

1)Esclusione della nutrizione quale materia fondamentale nel percorso di formazione alle facoltà di medicina (materia facente parte di tale facoltà parte prima dell'avvento della farmacologia).

2)Esclusione della fitoterapia quale materia fondamentale nel percorso di formazione alle facoltà di medicina (materia facente parte di tale facoltà parte prima dell'avvento della farmacologia).

3)Scarsa e a volte nulla considerazione delle carenze nutrizionali sia come cause fondamentali o predisponenti che come fattori peggiorativi di tali malattie.

4)Una ricerca medico-scientifica non indirizzata ad isolare le cause delle malattie (Crohn e RCU) bensì a sviluppare farmaci a volte molto costosi per il sistema sanitario nazionale che però tendono solo a bloccare l'ultimo anello della catena infiammatoria senza curarsi di ciò che sta a monte e che determina l'infiammazione.

5)Utilizzo di cortisonici senza nel contempo ripristinare la naturale capacità dell'organismo a produrre il proprio "cortisone"; il cortisolo prodotto dalle ghiandole surrenali e di cui i farmaci cortisonici non sono che la brutta copia.

6)Non considerare (se non a sprazzi: alcune volte si altre no, alcuni ospedali lo fanno – sempre a sprazzi – altri no) gli agenti patogeni esterni (parassiti, funghi, batteri ecc.) come cause basilari di queste malattie.

7)Il non considerare il funzionamento della nostra complessa macchina biochimica come una continua interazione tra diversi organi, diverse funzioni ecc. e quindi tentare di risolvere queste malattie indirizzando un unico aspetto o meccanismo (il TNF-alfa, la sintesi delle prostraglandine, le proteine JAK, lo smad7 ecc.) al posto di considerare queste malattie per quello che sono: malattie multifattoriali. Chi tra i malati di MICI non ha sperimentato come un colpo di freddo, o un evento stressante o un alimento a cui non reagiamo bene o un virus intestinale possano far precipitare la malattia? Ebbene solo qui abbiamo 4 cause diverse potenzialmente soggetti di studio e ricerca.

A tutto ciò va aggiunto un altro errore : la scientificità del metodo.

La ricerca che è finanziata dalle case farmaceutiche non è del tutto ed onestamente orientata solo verso la guarigione dei malati e verso una guarigione che sia la più rapida e completa possibile. Ciò è ovvio ed intuitivo in quanto malati che guariscono in 24 ore farebbe crollare gli introiti ed i profitti.

Per tale motivo le case farmaceutiche fin da quando sono nate ed hanno visto crescere i loro profitti, si sono date molto da fare per farci credere che sono solo loro sono i detentori ufficiali della scientificità medica.

Posso già immaginarmi tutte le contro argomentazioni a riguardo e cioè che la medicina salva ogni giorno migliaia di vite e che nessun dovrebbe mettere in discussione la medicina ufficiale basata su universà cliniche centri di ricerca ecc.. Ebbene se è verissimo che la medicina salva vite e che una buona parte della medicina ufficiale, a partire dagli interventi nel pronto soccorso degli ospedali, sia assolutamente valida ed essenziale, ciò non vale sempre in assoluto. E' una illusione ottica il considerarla come verità assoluta.

Si tratta di una visione alterata dei fatti a cui tutti siamo soggetti in un modo o nell'altro: poichè osserviamo che la medicina ufficiale salva vite, pensiamo automaticamente che tutto ciò che proviene dalla medicina ufficiale sia buono ed incontestabile.

E' quindi opportuno che ciacuno di noi sviluppi l'abilità di differenziare tra ciò che è buono e ciò che è meno buono anche all'interno di categorie - come la medicina ufficiale - normalmente considerate positivamente.

La maggior parte dei ricercatori medici pure in assoluta buona fede, cede a visioni distorte della realtà ad esempio nella sostituzione del metodo scientifico così come originalmente elaborato da Galileo Galilei, con un altro metodo pure valido ma non sostitutivo del metodo scientifico: quello della sperimentazione in doppio cieco che da metodo di verifica all'interno del metodo scientifico originale è diventato l'unico metodo scientifico al di sopra anche del vero metodo scientifico come originariamente inteso da Galileo Galilei.

Test o metodo del doppio cieco.

Il test o metodo in doppio cieco consiste ad esempio nel fare assumere a 20 malati un nuovo farmaco e ad altri 20 una pillola placebo e nel verificarne poi le differenze in termini di risultati, se coloro che hanno preso il vero farmaco migliorano di più rispetto all'altro gruppo vuol dire che il farmaco ha una certa efficacia. Il doppio cieco si riferisce al fatto che ne i malati ne gli sperimentatori del farmaco sanno chi ha preso il farmaco e chi ha preso il placebo, in tal modo si evita che opinioni, suggestioni e quant'altro influenzi l'effetto del farmaco testato o l'analisi dei risultati.

Di per se tale metodo è validissimo se confinato alla sfera a cui appartiene e cioé la sperimentazione dei farmaci. L'errore in cui è facile incappare è quello di pensare che ciò fosse l'unico metodo per stabilire l'efficacia per qualsiasi sistema o metodo per migliorare la salute o guarire da malattie.

Nonostante le case farmaceutiche facciano di tutto per farci credere che se non c'è un test in doppio cieco qualsiasi metodo di guarigione non è valido e non lo si può utilizzare, ciò è di fatto incorretto in base alla stessa definizione di metodo scientifico.

Guardiamo la corretta definizione di doppio cieco come qui riportata e vedremo che il doppio cieco è solo una parte importante del metodo scientifico ma non è il metodo scientifico. E' un po' come se dicessimo che la chimica, che è una parte importante delle scienze, fosse l'unica scienza e che qualsiasi cosa non rientrasse nella chimica – ad esempio la legge di gravitazione universale – non fosse pertanto scientifica e quindi da scartare. Non farebbe alcun senso.

Come si può testare in doppio cieco un diverso regime alimentare o un diverso stile di vita ? E' impossibile, e ciò è tutto a loro vantaggio poiché se i malati cominciassero a stare meglio con la sola alimentazione o migliorando il proprio stile di vita sarebbero problemi seri per i profitti derivati dai farmaci. Questa semplice domanda chierisce che la sperimentazione in doppio cieco non può sostituire il vero metodo scientifico.

Quindi il doppio cieco, che pure se limitato nell'ambito a cui appartiene è di fatto un metodo validissimo, quando generalizzato e quando considerato (erroneamente) l'unico metodo scientifico, diventa la soluzione per far sì che la gente si fidi esclusivamente della farmacologia senza rendersi conto dell'inganno a cui sono sottoposti. A volte invitiamo malati a far parte del nostro gruppo facebook per le MICI e a volte arrivano risposte un po' stizzite del tipo "io credo solo nella medicina ufficiale ! " che è un po' come dire che le case farmaceutiche sono state molto efficaci nel loro lavoro di marketing.

Intendiamoci è sicuramente vero che in giro vi sono dei cialtroni che spacciano dei trattamenti come scientifici e miracolosi mentre non lo sono affatto. Le case farmaceutiche hanno quindi buon gioco a generalizzare e ad etichettare come "cialtroni" tutti coloro che non utilizzano farmaci e ciò include gli stessi medici ! Ad esempio laddove un medico pubblichi di aver ottenuto guarigioni o miglioramenti come metodi alternativi, potremo a breve ascoltare sui TG e sui giornali la pronta ed immediata risposta volta a screditare tale metodo in tutti i modi possibili.

Pensiamo ad esempio al Dr De Donno il cui metodo di cura del recente virus pandemico che risultava efficacissimo, sia stato denigrato fino alla . . . morte, o al Dr Di Bellla o alla Dott.ssa Maria Rosa Di Fazio in campo oncologico. Un medico ricercatore potrebbe benissimo aver seguito il metodo scientifico sperimentale sopra descritto, quindi rientrando a pieno titolo nell'ambito della scientificità, ma . . . spiacente "non c'è il doppio cieco" e " noi abbiamo studi che dimostrano il contrario" ecc. ecc. ecc. e se non fa attenzione quel medico rischia di venir radiato dall'albo dei medici.

Ancora una volta voglio differenziare tra case farmaceutiche e medici, i quali nella stragrande maggioranza dei casi sono onestamente interessati ad aiutare gli altri a stare meglio e svolgono il loro lavoro con la massima dedizione degno di ogni rispetto.

A questo punto togliendoci di dosso il dato falso del doppio cieco come unico baluardo di scientificità, vediamo di capire quando un metodo può definirsi scientifico e quindi cos'è il metodo scientifico, poiché tale comprensione può aiutarci a capire meglio come occuparci della nostra salute non in contrapposizione alla medicina ufficiale ma semmai in sinergia.

Il METODO SCIENTIFICO SECONDO GALILEO GALILEI

LO STUDIO DELLE SCIENZE FINO AL 16° SECOLO
Lo studio delle scienze viene condotto, attualmente, con metodi di ricerca scrupolosi, ma non è stato sempre così.
Fino al 1500 una nozione scientifica veniva considerata vera tenendo conto della tradizione e della autorevolezza di chi la sosteneva. Celebre è la frase "Ipse dixit" che significa "Egli lo ha detto": essa era usata con riferimento al filosofo greco Aristotele ed era impiegata per affermare la sua impossibilità di errare.
Inoltre non si procedeva ad un'osservazione diretta dei fenomeni, la cui spiegazione non era effettua in modo razionale, ma si ricorreva spesso alla religione o alla magia.

METODO SCIENTIFICO SPERIMENTALE
La situazione cambiò radicalmente con Galileo Galilei, il quale introdusse il metodo scientifico sperimentale.
L'espressione "metodo" sta ad indicare che, nello studio delle scienze, occorre applicare una precisa sequenza: un succedersi di fasi che permettono di giungere ad una corretta conoscenza dei fenomeni.
Tale metodo è detto "sperimentale" perché basato sulla sperimentazione, ovvero sulla osservazione. Loscienziato ripete più volte i suoi esperimenti, in determinate condizioni, raccoglie i dati di tali esperimenti, li studia e li analizza in modo da trarre delle conclusioni razionali.
Quando egli giunge a dei risultati validi enuncia una legge scientifica.
I passi da seguire per giungere alla formulazione di una legge scientifica sono:
•definizione del problema;
•formulazione di alcune ipotesi, tenendo conto anche dei risultati di ricerche precedenti;
•fissazione delle procedure da seguire per la conduzione dell'esperimento;
•esecuzione degli esperimenti, raccolta dei dati e loro analisi;
•a seconda dei risultati ottenuti dagli esperimenti si potrà avere la convalida delle ipotesi formulate e la formulazione della teoria scientifica oppure il rigetto delle ipotesi formulate che vengono modificate tenendo conto dei risultati ottenuti, procedendo successivamente alla conduzione di nuovi esperimenti.

MUTABILITA' DELLE LEGGI SCIENTIFICHE
Le leggi formulate non sono immutabili nel tempo. Esse cambiano perché si perfezionano, grazie al miglioramento delle tecniche impiegate per condurre gli esperimenti, al progresso degli strumenti utilizzabili e del pensiero scientifico.
Per questa ragione può accadere che ciò che era considerata una legge scientifica in passato viene poi superata e ritenuta inesatta in seguito.

Anche in questo video su youtube si può capire in modo semplice cos'è il metodo scientifico.
Tale metodo è stato applicato alla malattia di Crohn ed alla retto-colite ulcerosa con i protocolli naturopatici per le MICI.


FORMULAZIONE DI UNA IPOTESI che era inizialmente la seguente: alimentazione, agenti patogeni, carenze nutrizionali, tossine, insufficienza delle ghiandole surrenali sono connessi alle malattie infiammatorie croniche intestinali.

PROCEDURE E SPERIMENTAZIONE: questi aspetti sono stati illustrati nel seguente articolo. Detto semplicemente questi fattori ritenuti cause multifattoriali sono stati indirizzati con metodi naturali e sono stati nel tempo monitorati a) i sintomi b) gli esami laboratoristici inclusi i marcatori dell'infiammazione c) gli esami radiologici strumentali. Ad oggi i protocolli naturopatici sono stati utilizzati da circa 500 malati di MICI (e su alcune migliaia di persone con disturbi intestinali).

RISULTATI: sempre nello stesso articolo sono riportati i risultati che danno come efficaci questi protocolli naturopatici nell'almeno il 79% dei casi nel 2012 e almeno 85% dei casi ad oggi.

CONCLUSIONE: poiché vi sono miglioramenti notevoli in oltre l'85% dei casi quando questi fattori vengono indirizzati significa che:

ALIMENTAZIONE PRO-INFIAMMATORIA
AGENTI PATOGENI
CARENZE NUTRIZIONALI
INTOSSICAZIONE DEI TESSUTI
ESAURIMENTO DELLE GHIANDOLE SURRENALI

sono cause fisiche molto frequenti (non necessariamente le uniche) che stanno alla base della malattia di Crohn e della retto-colite ulcerosa. Vi sono poi alcuni casi in cui anche altri fattori sembrano concorrere a queste malattie: metalli pesanti, farmaci ed antibiotici in eccesso, congestione del sistema linfatico mesenteriale come enfatizzato anche del Dr.Pietro Tonelli. Non meno importante (anzi!) c'è l'aspetto psicosomatico di queste malattie.

Le cause appena elencate in aggiunta a quella psicosomatica rappresentano le colonne portanti che tengono in essere queste malattie.

Se le suddette cause fisiche non fossero effettivi fattori eziologici di queste malattie, il trattarli non avrebbe portato a miglioramenti mentre oramai è dal 2010 che in modo sistematico la maggior parte dei malati di Crohn ed RCU che intraprende un tale percorso ottiene una remissione sia sintomatica che laboratoristica. In molti di questi casi i miglioramenti sono stati rapidi, con ciò si intende che già dopo il primo mese di trattamento il quadro sintomatico era radicalmente cambiato.

Ripeto comunque che tale lavoro ha valore solo per chi può comprenderlo al di là ed al di fuori dei dogmi che le case farmaceutiche hanno imposto alla medicina ufficiale, è quindi utile una elasticità mentale per orientarsi prima di tutto verso l'obiettivo e risultato finale auspicato, il quale non può che essere quello di far star meglio i malati. Le testimonianze sono qui riportate da parte di chi ha seguito i protocolli. La maggior parte scritte da chi, dopo aver tentato ed essersi resi conto che l'approccio farmacologico non stava funzionando, ha deciso di intraprendere i protocolli naturopatici.

Nel seguire tali protocolli tutte le cause sopra elencate vanno indirizzate, non è sufficiente indirizzarne solo una o due, vediamo perchè.

Se ad esempio cerchiamo di disinfiammare le mucose di intestino e colon ma prima non rimuoviamo ciò che irrita ad altera le mucose come alimenti pro-infiammatori ed agenti patogeni, difficilmente potremo ottenere dei risultati. E' un po' come se volessimo curare la ferita causata da un chiodo conficcato in una gamba senza prima togliere il chiodo.

In altri termini siamo di fronte a malattie che hanno diverse cause ma poi hanno anche delle concause generate dalle stesse cause che a loro volta peggiorano la malattia.

Ad esempio gli alimenti pro-infiammatori danneggiano la mucosa intestinale determinando la sindrome dell'intestino permeabile la quale a sua volta diventa meno efficiente in termini di difesa immunitaria e tale condizione facilità la colonizzazione di agenti patogeni (batteri. Parassiti, funghi ecc.) che a loro volta oltre a danneggiare ulteriormente la mucosa iper-stimolano il sistema immunitario il quale diventa più incline – per il fenomeno delle reazioni crociate – ad iper-reagire anche agli alimenti.

Non è quindi possibile considerare ed indirizzare un unico agente causale e quindi un unico farmaco o rimedio per affrontare tali malattie.

Oppure possiamo rilevare come per una corretta ri-epitelizzazione delle mucose siano necessari determinati nutrienti come ad esempio lo zinco e la vitamina A, i quali sia a causa del malassorbimento che della scarsa qualità dei cibi del supermercato, sono spesso carenti. Quindi noi potremmo indirizzare tutti gli altri fattori eziologici ma senza un riequilibrio delle carenze nutrizionali il programma potrebbe fallire.

Tali programmi quindi funzionano perché queste malattie vengono affrontate per quello che sono: malattie multifattoriali.

Tale programma "multifunzione" è quindi un innovazione considerevole nell'approccio a queste malattie. Di fatto si tratta di 5 programmi diversi che vengono applicati ai malati più o meno contemporaneamente oppure secondo una sequenza logica, dipende dal caso specifico.

Si rileva quindi una considerevole differenza rispetto all'azione di molti approcci farmacologici che non tengono in considerazione i diversi fattori che possono contribuire allo svilupparsi o al peggiorare di queste malattie, non tengono in considerazione il circolo vizioso che questi fattori esercitano in negativo peggiorandosi l'uno con l'altro, ma cercano solo di bloccare i meccanismi dell'infiammazione che stanno molto più a valle rispetto ai veri agenti causali.

Inoltre c'è il fattore intolleranze alimentari che l'esperienza ha dimostrato essere fondamentale, senza un piano alimentare basato anche sulle intolleranze specifiche individuali i risultati sono sempre più lenti e meno duraturi.

La continua ricerca ha consentito via via di perfezionare e migliorare questi protocolli anche grazie all'individuazione degli integratori più efficaci per ottenere gli obiettivi previsti dalle varie fasi e singole azioni dei protocolli.

I protocolli naturopatici nel contesto internazionale delle terapie naturali per le MICI.

Detto ciò voglio anche dire che per una volta possiamo essere orgogliosi della nostra italianità, dopo una specifica e attenta ricerca (perlomeno sul web in lingua inglese oltre che su diversi libri americani inclusi alcuni libri della Bastyr University – la più avanzata università americana per medici-naturopati) posso affermare che i protocolli naturopatici per le MICI sono più evoluti e più avanzati rispetto alle soluzioni naturali elaborate anche in America (dove di solito sono più avanti).

Sono due le soluzioni trovate che si avvicinano con intuizioni e programmi simili, la prima è quella di Jini Patel Thompson (americana e affetta dal Crohn), infatti leggendo il suo libro si trovano numerosi punti in comune con i protocolli naturopatici; anche lei considera gli agenti patogeni come una causa importante di queste malattie, anche lei sconsiglia l'idrocolonterapia per chi ha una MICI e sono molti altre le similitudini, sono però carenti i tipi di rimedi utilizzati come specificato nel suddetto punto 6), non vi è alcun cenno sull'importanza di ripristinare la naturale capacità dell'organismo di spegnere l'infiammazione in maniera autonoma (senza corticosteroidi) tramite una produzione adeguata di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali e non prende in considerazione la valutazione di tipo naturopatico degli esami ematici e delle feci che sono fondamentali sia per il corretto inquadramento del caso specifico, sia per il monitoraggio durante il trattamento, inoltre in base a quanto scrive il suo piano alimentare è a mio parere incompleto e inadeguato, ad esempio non prevede l'eliminazione automatica e sistematica dei latticini e non prende in considerazione le intolleranze alimentari. I miei complimenti in ogni caso a Jimi Patel Thompson in quanto ha scoperto da sola molti dei cardini fondamentali per trattare queste malattie pur non essendo ne medico ne naturopata.

Abbiamo poi il programma naturopatico per le IBD del Dr Joseph Pizzorno medico naturopata e Presidente Fondatore della Bastyr University come illustrato nel libro "The Clinician's Handbook of Natural Medicine" che pure ha molti punti in comune con i protocolli naturopatici, ad esempio pone la giusta importanza alle carenze nutrizionali ed in particolare, come per i protocolli naturopatici enfatizza l'importanza di zinco e vitamina A per una corretta guarigione delle mucose ma tiene in scarsa considerazione l'importanza di una completa eliminazione di funghi, batteri, parassiti ed altri agenti patogeni sempre presenti laddove le difese a livello di mucose sono indebolite che invece nei protocolli rappresenta non solo rappresenta la prima e più importante fase (spesso responsabile di miglioramenti molto rapidi e del tutto insperati ed ottenuta rinforzando le capacità di difesa delle mucose) ma anche uno degli strumenti principali per controllare eventuali peggioramenti.

Segnalo che i protocolli naturopatici sono stati approfonditi dal Dr Pietro Tonelli medico chirurgo esperto di Crohn e MICI e mio caro amico, con il quale continua da anni una collaborazione su vari fronti. Segnalo una serie di suoi articoli disponibili qui su questo sito molto interessanti.

Infine e come sempre tengo a specificare che i protocolli naturopatici non includono alcun trattamento che curi alcuna malattia, bensì consentono di ripristinare la naturale capacità di auto guarigione.
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